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Allarmismo alimentare o reale pericolo per la salute? Riflessioni di Valore Cibo

Valore Cibo si interroga sulla recente tendenza dei media a “smascherare il peggior cibo killer del momento”, cibo inquinato, velenoso, altamente dannoso per la nostra salute.

di Sofia Porcino – La bolla è scoppiata con l’ultimo studio dell’OMS sulle carni rosse e lavorate, sulla loro alta responsabilità nel provocare il tumore negli umani, in particolare il tumore al colon. A tal proposito il nostro Ministro della Salute Lorenzin è intervenuta sottolineando la necessità di non creare allarmismi, anche in virtù del fatto che lo studio completo non è ancora pronto e che lo sarà soltanto a metà 2016. Il presidente Mattarella ha invece richiamato l’attenzione sul lavoro dei media, ricordando l’importanza di dare notizie “…chiare, corrette e misurate. Da qui si comprende il ruolo fondamentale dei media, anche loro chiamati a una grande responsabilità.” Niente allarmismi, dunque. Ma l’allarmismo è una tendenza che pare essere di moda ultimamente, soprattutto in campo alimentare.

Fino a qualche anno fa si parlava di cibo spazzatura per riferirsi a quegli alimenti provenienti perlopiù da oltreoceano che hanno avuto un grande successo nel nostro paese a partire dalla metà degli anni ’90: hot dog, hamburger, patatine fritte, salse unte che li accompagnano, bevande zuccherate e gassate. Il dito è stato molto tempo puntato contro questa ristretta cerchia di prodotti. Rincuorante la loro ristrettezza e la loro lontananza dalle nostre abitudini alimentari.
Contraltare sano era la sana cucina mediterranea, che affonda le radici nelle antiche tradizioni contadine italiane. Anni, quelli della lotta al cibo spazzatura, che hanno visto rinascere i piatti della tradizione povera, eletti a paladini del cibo salutare. Contro i mostri che uscivano a nastro continuo dalle nefaste cucine dei fast food, fucine infaticabili di “schifezze” piene di grassi, zuccheri, conservanti e olii fritti e rifritti si sono battute intere schiere di salutisti convinti. Lotta ai fast food, in nome della salute umana, ma tinta da poco ben mascherati ideali politici che combattevano il temuto mostro della globalizzazione.

Oggi siamo davanti ad una variazione di tendenza: oggi sembra andare di moda la corsa a chi “smaschera” il prodotto più responsabile delle peggiori malattie e a turno si addita un cibo piuttosto che l’altro.

Nel periodo dell’eco-scandalo in Campania che riguardava lo smaltimento dei rifiuti gestito dalla malavita era il turno della mozzarella di bufala. I terreni inquinati dal non corretto smaltimento dei rifiuti erano i responsabili di un inquinamento a catena che, passando dagli animali arrivava al prodotto finito, la mozzarella di bufala, appunto. Oggi da quel fronte tutto tace. Già risolta la questione? O notizia ormai superata?

La carne, soprattutto quella rossa e lavorata, è al centro di una feroce campagna contro i cibi cancerogeni, che sarebbero i principali responsabili dei tumori. Tesi da tempo sostenuta dal professor Veronesi è oggi sostenuta anche dagli studi dell’OMS. Regina indiscussa dei nemici della salute sta lasciando la vetta del podio ad un altro diffusissimo prodotto alimentare. Notizia freschissima è infatti quella che riguarda il latte vaccino: sembrerebbe proprio lui il principale responsabile dei tumori.

La verdura, come la povera mozzarella di bufala, è vittima dell’inquinamento delle falde acquifere e dei terreni coltivabili. Non recentissimo caso fu quello del radicchio trevigiano, anch’esso ritenuto una vera bomba chimica a causa degli scarichi inquinanti delle fabbriche dei territori limitrofi ai campi di coltivazione.

Il pollame è pieno di ormoni che ne gonfiano il petto. Il pesce ricco di mercurio e altri metalli pesanti.

Farina, latte, sale e zucchero, che, ironia del destino, sono ingredienti alla base della nostra tradizione culinaria, sono chiamati i quattro veleni bianchi. Sia per i loro componenti intrinsechi che per le tecniche di lavorazione.

Allarmismo campato per aria, figlio del nostro tempo e indistintamente causa ed effetto della triste sensazione del secolo di essere continuamente sotto scacco o reale pericolo per la salute? Resta il fatto che la sensazione è proprio quella di essere inevitabilmente circondati da cibo spazzatura, che non si limita più soltanto a quella ristretta cerchia di prodotti “americani”, facilmente non consumabili evitando i fast food; il cibo spazzatura adesso è proprio quell’insieme di prodotti che sempre ha fatto parte della nostre tavole e che non è così facilmente evitabile. Insomma non c’è via di scampo: sembra di essere destinati ai prodotti cancerogeni, dannosi e pericolosi, costretti a consumarli, costretti “a decidere se morire di tumore o di fame” – come recita uno dei popolarissimi e sarcastici post usciti sui social network proprio a seguito dello studio sulle carni rosse e lavorate.

Viene da chiedersi cosa c’è dietro a questa pressante e continua campagna di “sensibilizzazione”, che più che tale sta assumendo i toni di un vero e proprio bombardamento mediatico atto a terrorizzare i consumatori.
Niente di tutto ciò che abbiamo mangiato fino a ieri adesso va più bene; la farina, il latte, le uova, la frutta, il pesce, la carne, ecc…

Senza sminuire gli studi scientifici e gli effettivi scandali ecologici viene da chiedersi chi stia guadagnando da questa lotta al cibo inquinato e/o cancerogeno? Forse i grandi produttori di cibo biologico che con le etichette no ogm e bio hanno creato un mastodontico giro d’affari che frutta dollari suonanti ininterrottamente e che, visto l’allarmismo sociale diffuso, è da molti considerata l’unica ancora di salvezza per la nostra salute minacciata vigliaccamente dai nostri cari prodotti tradizionali?

Sarà poi così bio e no ogm tutto ciò che viene presentato come tale?