fiabe

5 buoni motivi per leggere le fiabe ai bambini, ma solo quelle con il lieto fine!

“C’era una volta…” ed ecco garantito l’accesso al magico modo dei più piccoli.

di Sofia Porcino – L’origine della fiaba risale a tempi antichissimi, quando ancora non c’era la scrittura e l’intero patrimonio culturale, religioso, tecnico e tradizionale di un popolo o di una comunità si tramandava per via orale, attraverso racconti presentati ad un ampio pubblico di ascoltatori, grandi e piccini. E’ nel corso del Secolo dei Lumi che la fiaba vive un momento di forte insuccesso e viene relegata nel mondo dei più piccoli, considerati incapaci di ragionamenti razionali, propri dell’uomo adulto, idea frutto del razionalismo più scellerato.

  1. Relegata nel mondo dei bambini la fiaba continua ad avere per loro un elevatissimo potere coadiuvante nel difficoltoso e faticoso percorso che li conduce all’autonomia e all’indipendenza dagli adulti.
  2. Nel mondo del bambino tutto è magico, misterioso, popolato da giganti e oggetti animati e la fiaba, che rispecchia questa caratteristica di magia primitiva ha libero accesso alle menti dei piccoli. Ecco perché è molto importante il contenuto delle fiabe che si raccontano ai bambini. Esse, grazie al medesimo linguaggio dei piccoli, entrano in sintonia con loro e fanno breccia più delle parole degli adulti, sintonizzate su una frequenza adulta, appunto, incomprensibile fino in fondo per il bambino. “...”diversità infantile”, che vede cioè l’infanzia come un periodo della vita caratterizzato da forme mentali, emotive e fisiche profondamente diverse da quelle adulte, ma non per questo incomplete o sbagliate,…” (D. NOVARA, Litigare fa bene, Bur, Milano, 2015, p. 63). Via libera dunque a castelli incantati, alberi che parlano, oggetti che sia animali, animali amici degli umani, orchi, streghe, giganti, Re e Regine di tempi lontani . Il mondo degli adulti è dominato da un pensiero maturo, articolato, ben ancorato alla realtà, dove causa ed effetto hanno una relazione ben chiara, il mondo del bambino no, segue logiche diverse. Grazie alla vicinanza delle fiabe a questo mondo magico, regolato da logiche diverse la fiaba accompagna il bambino nel faticoso percorso della crescita, presentando loro le tappe della vita che lo aspettano.
  3. La loro struttura classica, riassumibile nello schema inizio-crisi-soluzione positiva insegna loro che i problemi esistono, ma che possono essere superati. Gli episodi della vita non hanno sempre però un lieto fine, ma questo è un dato di fatto che non può essere presentato ai più piccoli, essi hanno ancora bisogno di sentire il lieto fine  per essere rassicurati e spinti ad agire verso la loro indipendenza dagli adulti. Un finale negativo negativo potrebbe bloccare questo processo inducendo alla non-azione.
  4. Via libera però ai personaggi negativi. Mostri, orchi, streghe, draghi e tutto quello che di spaventoso può esserci danno un volto alle paure dei piccoli e li rendono capaci di superarle. “I personaggi cattivi delle fiabe servono da catalizzatori e interpreti delle pulsioni negative, che così non vengono negate o soppresse, ma semplicemente “vinte”, dalle pulsioni positive interpretate dai personaggi buoni.” (P. SANTAGOSTINO, Come raccontare una fiaba, Red Edizioni, Milano, 2006, p. 21)
  5. Se un bambino richiede sempre la stessa fiaba, va letta e riletta fino a quando non sarà lui a volerne sentire un’altra. Probabilmente in quel periodo quella fiaba, con il suo specifico messaggio rappresenta una questione che il bambino sta cercando di capire o superare. Oppure gli piace il modo in cui la situazione di crisi viene superata e sta facendo suo quel modello.